Libri

Saverio Lodato Roberto Scarpinato, Il ritorno del Principe, Chiarelettere 2008

 

[…] Le imposture del potere non servono infatti solo a legittimarlo ma anche a celare la sua oscenità. Il vero potere è sempre «osceno». Opera cioè nel «fuori scena» (ob scenum). Sulla scena, nei luoghi istituzionali, viene inscenata una rappresentazione per il pubblico. […]

Dalla prima parte

“Il potere non è nel Consiglio comunale di Palermo. Il potere non è nel Parlamento della Repubblica. Il potere è sempre altrove. Lo stato per me è la Costituzione e la Costituzione non esiste più.”

Leonardo Sciascia

Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutivi del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il Principe di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C’è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa.
Il libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.

Dalla quarta di copertina

S. Lodato R. Scarpinato, Il ritorno del Principe. La criminalità dei potenti in Italia, Chiarelettere 2008.

Saverio Lodato è tra i più autorevoli giornalisti di mafia, antimafia e Sicilia. Per trent’anni inviato de “l’Unità”, oggi scrive su Antimafiaduemila.com. Tra i suoi libri ricordiamo: Quarant’anni di mafiaLa linea della palma (con Andrea Camilleri), Intoccabili (con Marco Travaglio), pubblicati da Rizzoli; Ho ucciso Giovanni Falcone (con Giovanni Brusca) e La mafia ha vinto (intervista-testamento a Tommaso Buscetta), entrambi Mondadori; Un inverno italiano Di testa nostra (con Andrea Camilleri), editi da Chiarelettere. Con Nino Di Matteo è autore de I nemici della giustizia (Rizzoli).

Roberto Scarpinato dal 1989 al 1992 ha fatto parte del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, divenendo poi componente della Direzione distrettuale antimafia. Si è occupato di alcuni dei più noti processi di mafia degli ultimi diciotto anni, tra i quali quello a carico del senatore Giulio Andreotti per il reato di associazione di tipo mafioso, e quelli per gli omicidi dell’europarlamentare Salvo Lima, del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, del segretario regionale del Pci, Pio La Torre, del prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, del segretario provinciale della Democrazia cristiana, Michele Reina, nonché delle indagini relative ai progetti di eversione dell’ordine democratico sottostanti alle stragi del 1992 e del 1993. È autore di numerose pubblicazioni in Italia e all’estero.

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