Esperienze

“Ti scrivo da dove sono”, dodici testi di Francesca Marica e sedici disegni di Claudio Borghi, libro di artista 2022

 

Il libro nasce dalla collaborazione tra la poeta torinese e l’artista monzese ed è stato presentato a Milano lo scorso 12 aprile presso lo Studio Masiero nell’ambito della personale di Borghi dal titolo “In lontananza”, a cura di Kevin Mcmanus.

La mostra, visitabile fino al 7 maggio, omaggia e celebra il lungo percorso dell’artista monzese e richiama nel titolo il suo saggio uscito per Mimesis nel 2020.
Tra le pareti bianco latte dello studio di via Villoresi 28, sarà possibile incontrare collage extra large, tesori sacri formato valigia, paesaggi e spirali colorate ma anche teatrini del tempo leggero e piume blu. Presente in sala, e molto apprezzata da collezionisti, visitatori e curiosi, un’ampia selezione dei libri di artista che Borghi ha realizzato a quattromani negli anni con amici poeti e scrittori.
Accanto a quello di Marica che debutta in questa occasione, sarà possibile apprezzare, tra gli altri, i libri nati dalla collaborazione con il poeta triestino Giuseppe Nava, con la poeta Paola Pennecchi e la saggista e drammaturga milanese Maddalena Mazzacut Mis.

Particolarmente proficua e convincente la collaborazione Marica/ Borghi. TI SCRIVO DA DOVE SONO, si muove in una dimensione di fiaba e di gioco dove ogni parola si fa matrioska di quella che precede e segue. Accanto ai bambini con volti elefanteschi si potranno incontrare dee selvatiche dalle braccia tornite, carillon di ortiche e uccelli, balene nella cui pancia si agitano uomini e, ancora, montagne di lava, lingue mutilate dei poeti e campi di fragole mature che fanno da sfondo a uomini e donne perduti e dormienti acrobate del circo.
Colpisce il verso in cui Marica omaggia la musica di Mozart che “rende docili gli occhi” – forse perché lì si nasconde la dedica della poeta al nipotino Alessandro, bambino specialissimo, che della musica di Mozart apprezza ogni tono e colore.
L’immaginario di Marica resta fedele ancora una volta alle sue ambientazioni mistiche e surrealiste confermandosi uno dei più interessanti e meno classificabili in circolazione. Il dialogo tra lei e Borghi sa farsi fitto e non teme arresti. I due sovvertono ogni regola, mostrano il lato a rovescio delle cose e ci restituiscono uno spaccato di vita in cui è possibile continuare a credere, con convinzione e lealtà, al sogno e alla poesia. Non c’è spazio qui per la meschinità e l’adulterazione. È stato bandito ogni formalismo di facciata, ogni inutile orpello. Il lieto fine, se c’è, esiste prima negli occhi di chi guarda, anzi no, di chi immagina.
Potere all’immaginazione.
Da ripetere come un mantra:
– Un piccolo libro che è esercizio di resistenza.
– Un piccolo libro che è viaggio e avventura.
– Un piccolo libro che è racconto e testimonianza

Bocca aperta. Gelo invernale.
Dormono le acrobate del circo.
La musica di Mozart rende docili gli occhi.
La resina del legno e il soffio della vita.
Dire addio prima che il mistero si compia. Una lezione di umana responsabilità…

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