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I primi trent’anni delle Edizioni Via del Vento. Francesca Marica incontra Fabrizio Zollo

Approfittando delle prime trenta candeline spente qualche mese fa e del catalogo cartaceo uscito per festeggiare quella ricorrenza, qualche curiosità e qualche aneddoto su queste piccole, pregiate e coraggiose Edizioni. A rispondere alle domande di Francesca Marica è Fabrizio Zollo, fondatore e animatore culturale delle Edizioni Via del Vento. Questo incontro non è che un’occasione di sensazioni, non ha cioè la pretesa di dire ciò che le cose sono ma vuole fotografare le sensazioni che quelle cose sono state capaci di suscitare. Roland Barthes docet.

Caro Fabrizio, eccoci. Dunque, da dove iniziare? Dall’inizio, forse. Edizioni Via del Vento. Come e quando nascono? Con quali obiettivi? Qual è stato il tuo ruolo? 

Ho fondato le Edizioni Via del Vento nel 1991 per ricordare e perpetuare la tradizione letteraria dell’antica pistoiese Via del Vento (oggi, Via Vitoni) dove nella prima parte del Novecento hanno trascorso la giovinezza: la scrittrice Gianna Manzini, il poeta ermetico Piero Bigongiari e lo scrittore Sergio Civinini. Sono sempre stato, e sono ancora, il curatore delle collane, ho sentito mia la responsabilità di scegliere gli autori e i testi da pubblicare. I curatori e i traduttori dei singoli volumetti, sono stati invece da me scelti perché conoscitori del singolo autore di volta in volta pubblicato. Talvolta si tratta di scrittori e/o poeti amici, altre volte di studiosi appartenenti al mondo accademico con i quali sono entrato in contatto a vario titolo nel corso degli anni.

Le quattro collane: I Quaderni di Via del Vento, Ocra gialla, Acquamarina, Le streghe. Due parole di sintesi su ognuna?

La collana quadrimestrale di prosa «I quaderni di via del vento» alterna un titolo a carattere letterario (racconti inediti in Italia di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento) a un titolo a carattere artistico (pensieri di grandi artisti); la collana quadrimestrale «Ocra gialla» contiene solo racconti inediti in Italia di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento; la collana quadrimestrale di poesia «Acquamarina» contiene selezioni di liriche in nuova traduzione di grandi poeti stranieri dell’Ottocento e Novecento; la collana quadrimestrale «Le Streghe» contiene testi di grandi scrittori, poeti, artisti pistoiesi di nascita o di adozione. I volumetti delle prime tre collane sono di circa 40 pagine nel formato cm. 16,5×12, mentre i volumetti della quarta collana sempre di circa 40 pagine ma nel formato cm. 21X15. Delle quattro collane storiche resta attiva oggi solo la collana «Ocra gialla».

Piero Bigongiari, Remo Pagnanelli, Alfonso Gatto, Cristina Campo, Curzio Malaparte, Thierry Metz, Lou Salomè, Marina Cvetaeva, Antonin Artaud. E ancora, Lidjia Vukcevic, Edith Sodergran, Merja Virolainen, Cecilia Meireles, Nika Turbina, Simone Weil ma anche Sylvia Plath, Anne Sexton, Anna Achmatova. Ecco alcuni dei nomi presenti nella collana Ocra gialla e nella collana Acquamarina; le due collane forse più seguite e amate. Si tratta di nomi di assoluto pregio e valore letterario. Come vengono/venivano selezionati i titoli e gli autori?   

Solo in base al mio gusto, esperienza personale di lettura. Come spiegato nella domanda precedente, spesso si tratta di testi inediti o in nuova traduzione. Ho sempre prestato maggiore attenzione alla qualità del testo che non al nome che c’era dietro; poi certo, i grandi nomi hanno spesso prodotto grandi opere quindi va da sé che in catalogo ci siano autori di tutto rispetto. Ma ci sono anche autori meno noti o più marginali e della cui presenza sono particolarmente fiero. In questo secondo caso, la loro presenza è espressione di una precisa scelta di resistenza culturale.

I volumi degli autori stranieri hanno curatori e traduttori sempre attenti. Sono diversi i nomi anche importanti. Come nascono le collaborazioni? Barthes, citando Stendhal, scrive che i momenti arrivano irregolarmente, ribelli alla misura… mi piace pensare sia così anche in questo caso. Sbaglio?

No, non sbagli. Di solito, io seleziono gli autori che mi piacerebbe pubblicare e propongo i nomi che ho selezionato ai curatori/traduttori. Sono loro che, dopo approfondite ricerche, mi dicono se esistono ancora loro testi, poesie o racconti inediti da pubblicare. In caso di risposta affermativa i curatori/traduttori mi mandano in lettura il materiale trovato e io mi prendo un po’ di tempo per leggere tutto e decidere cosa entrerà a far parte del volumetto. Sembra semplice ma è un lavoro complesso che può portare via anche diversi mesi, anni.

La bellezza accessibile. La politica di Via del Vento: grandi nomi in catalogo, grande attenzione anche estetica alla realizzazione del prodotto libro e prezzi assolutamente contenuti. La formula di questo segreto? Qualche istruzione per recuperare i titoli delle collane cessate?

La fama editoriale di questi volumetti nel mondo accademico e in quello degli appassionati della grande letteratura italiana e straniera del Novecento ritengo sia dovuta alla circostanza che i testi sono quasi sempre inediti in Italia. La stampa su carta pregiata e in tiratura limitata è la cornice necessaria, ma è soprattutto il contenuto che fa la differenza. Per recuperare i titoli delle collane cessate è sufficiente mandare una mail all’indirizzo: info@viadelvento.it, indicando i titoli delle opere a cui si è interessati. Sul sito www.viadelvento.it è consultabile il catalogo integrale; molti volumi sono ancora disponibili. Sarò contento di esaudire eventuali richieste.

La collana Acquamarina, dedicata alla poesia straniera dell’Ottocento e del Novecento, è cessata nel 2012. Tutti i poeti e gli amanti della poesia possono sperare in una collana Acquamarina bis?

Cessare la collana di poesia straniera «Acquamarina» (così come in seguito le collane «I quaderni di via del vento» e «Le streghe»), è stata una decisione sofferta ma inevitabile e irreversibile per me che ho voluto dedicare più tempo alle altre mie passioni, e cioè, la pittura, la scultura e la fotografia. Al momento non ipotizzo una loro riapertura ma l’affetto che sento intorno a questi piccoli libri mi conferma che abbiamo lavorato bene.

Molte realtà editoriali sembrano essersi ispirate alla vostra idea e al vostro percorso. Vi sentite in qualche modo degli apripista? Come si è evoluto il mondo della piccola editoria negli ultimi trent’anni?

Se qualcuno si è ispirato alla mia trentennale esperienza per intraprendere la sua avventura editoriale non può che rendermi felice. Il mondo della letteratura è essenziale, al pari di altre forme di bellezza, per nutrire l’anima e quindi ancora più necessario oggi che viviamo in una società per tanti versi disumanizzata, a causa della crescente distrazione di massa dovuta all’uso invadente della tecnologia elettronica, e per il riaffiorare del mito mai tramontato di totalitarismo, suprematismo e razzismo. Mi auguro che anche la piccola editoria contribuisca a costituire, nel suo piccolo, un antidoto attivo ed efficace a queste derive.


A cura di Francesca Marica.

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